Long Covid e cuore: cos’è la sindrome PASC e come prevenirla

Sono ormai ben conosciuti gli effetti che il Covid-19 è capace di arrecare al nostro organismo, sia durante l’infezione che nelle settimane successive alla guarigione.

In particolare, si definisce “Long Covid” la sindrome caratterizzata dalla presenza di alcuni sintomi tipici dell’infezione da Covid-19 che possono sorgere o persistere anche per diverso tempo a seguito di un test diagnostico negativo.

Tuttavia, il Long Covid sembra poter interessare anche il cuore.

Recenti studi hanno identificato infatti un nuovo Long Covid che interessa l’apparato cardiovascolare e che riguarda il 10-30% circa di chi ha contratto l'infezione, anche fino a 4 mesi dopo la guarigione.

Oggi, approfondiamo l’argomento insieme al Prof. Maurizio Santomauro, Cardiologo presso i Medical Center SYNLAB SDN a Napoli.

Innanzitutto, il Long Covid a livello cardiovascolare viene ormai riconosciuto come PASC (Sequele Post-Acute da SARS-Cov-2) quando dopo i test diagnostici si individua una vera e propria patologia cardiovascolare.

Altrimenti, parliamo di PASC-CVS (o sindrome PASC cardiovascolare) quando, invece, gli esami diagnostici standard non hanno identificato una malattia cardiovascolare specifica, ma sono comunque presenti sintomi tipici come:

• Tachicardia
• Intolleranza all’esercizio
• Dolore toracico
• Mancanza di respiro
• Sincopi

I controlli da fare dopo il Covid

È opportuna una valutazione cardiopolmonare di base, eseguita per determinare se siano necessarie ulteriori cure specialistiche e terapia medica per questi pazienti. L’approccio iniziale in caso di sintomi dovrebbe prevedere test diagnostici e di laboratorio, come:

• La troponina cardiaca
Si tratta di un gruppo di proteine coinvolte nella contrazione del cuore. Un aumento della loro concentrazione nel sangue circolante può indicare un’importante sofferenza cardiaca.

• Elettrocardiogramma
Prevede l'utilizzo di uno strumento, utile a registrare il ritmo e l'attività elettrica del cuore.

• Ecocardiogramma
È una tipologia di ecografia che utilizza gli ultrasuoni per monitorare il cuore e i vasi sanguigni adiacenti.

• Monitoraggio del ritmo ambulatoriale (ECG Holter dinamico) 

• Elettrocardiogramma da sforzo al cicloergometro
Consiste nella registrazione dell’attività elettrica cardiaca durante uno sforzo fisico e consente di esaminare la risposta dell’apparato cardiocircolatorio all’esercizio fisico, in particolare per quanto riguarda frequenza cardiaca, risposta pressoria ed eventuali alterazioni ECG che possono slatentizzare anche una ischemia silente.

• Imaging del torace e/o test di funzionalità polmonare
Utili per monitorare lo stato dei polmoni e verificare la presenza o l’assenza di possibili anomalie polmonari o cardiache. Tra i test funzionali il piu’ diffuso è la spirometria utilizzato per accertare e per seguire nel tempo le malattie delle vie respiratorie e per valutare l’efficacia delle cure. Misura la quantità d’aria che entra ed esce dai polmoni e la forza del flusso respiratorio.

Chi dovrebbe sottoporsi ai controlli

La consulenza cardiologica è raccomandata per i pazienti con PASC e risultati anormali dei test cardiaci, ma anche chi ha malattie cardiovascolari note con sintomi nuovi o in peggioramento.

Inoltre, la stessa consulenza può risultare essenziale anche se il paziente ha avuto complicanze cardiache documentate durante l’infezione da SARS CoV-2 e/o sintomi cardiopolmonari persistenti che non sono spiegati altrimenti.

Attività fisica: una medicina per il cuore dopo il Covid

Un’altra importante raccomandazione è quella di utilizzare l’attività fisica corretta come metodo efficace per tornare a stare bene. L’importante è ricominciare a muoversi con gradualità e moderazione dopo l’infezione da Covid, tenendo sempre presente il consenso del medico e le sue indicazioni, così da per svolgere un allenamento adeguato alle proprie condizioni fisiche, sia prima sia dopo la malattia da Covid.

In presenza della sindrome PASC, in cui quindi non c’è una malattia cardiologica ma ci sono sintomi come tachicardia, intolleranza all’esercizio e/o decondizionamento (riduzione della capacità di allenamento rispetto a prima del contagio), si raccomanda inizialmente l’esercizio in posizione sdraiata o semi-sdraiata, come ciclismo, nuoto o canottaggio. In seguito, si potrà poi passare anche all’esercizio in posizione eretta, con il miglioramento della capacità di stare in piedi senza affanno.

Anche la durata dell’esercizio, inizialmente, dovrebbe essere breve (da 5 a 10 minuti al giorno), con aumenti graduali man mano che la capacità funzionale migliora.

Infine, nella sindrome PASC, può essere utile anche l’assunzione di sale e liquidi per ridurre i sintomi come tachicardia, palpitazioni e/o ipotensione ortostatica.

Direttore Medico: Prof. Maurizio Ferrari (CMO)
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