INTOLLERANZA AL LATTOSIO E CELIACHIA: QUESTIONE DI GENI

Un test genetico permette di scoprire la predisposizione genetica all’intolleranza al lattosio e alla celiachia, per correggere la propria alimentazione senza rinunce radicali.

Coliche, crampi, meteorismo e diarrea: sono disturbi molto fastidiosi che possono capitare a tutti, per diverse ragioni. Se però diventano ricorrenti potrebbero essere la spia di una delle più comuni intolleranze alimentare, quella al lattosio.

Si tratta della più comune delle intolleranze da carenza enzimatica ed è determinata dall’assenza o insufficienza della “lattasi”, necessaria per la metabolizzazione dell’alimento. Questo enzima ha il compito di scindere il lattosio (il principale zucchero del latte) in glucosio e galattosio in modo da renderli assorbibili dal nostro intestino.

Se non viene correttamente digerito, il lattosio che rimane nell’intestino viene fatto fermentare dalla flora batterica intestinale generando fastidiosi disturbi. Synlab mette a disposizione un test genetico che permette di definire la predisposizione genetica all’intolleranza al lattosio e consente quindi di correggere il proprio comportamento alimentare, che non significa necessariamente eliminare in modo radicale gli alimenti che contengono lattosio.

> Cliccare qui per maggiori informazioni sul test e su dove eseguirlo.

Allo stesso modo è possibile indagare la propria predisposizione alla celiachia, sapere se il gene implicato in questa malattia fa parte del nostro corredo genetico e quindi adottare comportamenti conseguenti.

Come nel caso dell’intolleranza al lattosio, Il DNA viene raccolto con un bastoncino di ovatta passato nella bocca: un modo molto semplice, sicuro e non invasivo. Si fa una volta sola e, almeno per le conoscenze attuali, vale per tutta la vita.

La celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Oggi il glutine è uno dei più diffusi ed abbondanti componenti della dieta ed è presente in cereali quali avena, frumento, farro, grano khorasan (di solito commercializzato come Kamut®), orzo, segale, spelta e triticale.

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Direttore Medico: Prof. Maurizio Ferrari (CMO)
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